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Tinture per capelli: la chimica è inevitabile?

Tinture per capelli: la chimica è inevitabile?

Tinture per capelli: la chimica è inevitabile?

Da secoli uomini e donne utilizzano tinture per capelli per coprire i segni del tempo o per cambiarne il colore naturale (già le antiche romane si schiarivano i capelli per sedurre i legionari di ritorno dalla Gallia, per “competere” con le bionde antenate francesi…).

Il profilo di sicurezza delle tinture per capelli è aumentato molto negli ultimi decenni: si pensi che le miscele prodotte prima del 1980 contenevano attivi potenzialmente cancerogeni. Inoltre, gli alerts che collegavano il carcinoma alla vescica in cui incorrevano i parrucchieri ad alcune tinture, hanno spinto l’Unione Europea ad istituire delle commissioni di vigilanza su tali prodotti cosmetici, con il risultato di aver messo al bando più di 180 attivi chimici dannosi per la salute umana.

Il mercato europeo si presenta attualmente come il più sicuro in termini di profilo di sicurezza dei principi attivi chimici contenuti nelle tinture per capelli, anche grazie al nuovo regolamento in vigore sui cosmetici.

Nel panorama attuale le tinture per capelli si distinguono in:

  • colorazioni permanenti (o tinture di ossidazione)
  • colorazioni semipermanenti (o tinture dirette)
  • tinture a base di sali metallici
  • colorazioni temporanee

Colorazioni permanenti

Costituiscono il 70-80% delle colorazioni presenti nel mercato e permettono di modificare, schiarire o scurire il colore naturale dei capelli, di cambiarne i riflessi in maniera permanente e resistente agli shampoo.

Questi tipi di tintura si presentano generalmente in crema o gelatina e contengono sostanze incolori che, per essere attive e diventare permanenti, necessitano di una fase preliminare di ossidazione.

I flaconi di tinta quindi non contengono un colore vero e proprio, bensì dei precursori: delle molecole di piccole dimensioni in grado di penetrare la cuticola del capello e arrivare alla corteccia.

La cuticola viene resa penetrabile dal rigonfiamento del capello provocato dalla basificazione ad opera solitamente dell’ammoniaca.

Una volta penetrati, i precursori reagiscono con l’ossigeno derivante dal perossido di idrogeno (l’ossidante per eccellenza, ovvero l’acqua ossigenata) che viene addizionato alla tintura al momento dell’uso, formando pigmenti di maggiori dimensioni che rimangono incorporati nella fibra del capello.

L’acqua ossigenata non solo permette la formazione dei pigmenti, ma contemporaneamente al processo di colorazione, decolora il capello, cioè ne distrugge la melanina naturale. L’H2O2 viene utilizzato in diverse concentrazioni, a seconda del tipo di colore che si vuole ottenere (per schiarire solitamente si usano 30-40 volumi) o della quantità di capelli bianchi da coprire.

 

Chimicamente parlando, i precursori del colore sono composti organici appartenenti alla serie benzenica in cui sono presenti gruppi amminici – NH2 o alcolici – OH (ad esempio para-diaminobenzene, il meta-diidrossibenzene e il para-aminofenolo). Più alto è il livello di scuro che di vuole ottenere, maggiore sarà la concentrazione di questi composti chimici nella tintura.

I coloranti più allergizzanti sono la parafenilendiamina (P.P.D.) la cui intolleranza è nota dalla fine del 1800, la nitro-orto-fenilendiamina, la nitro-parafenilendiamina, la 2,5-parato-luendiamina.
Questa pur rara possibilità di eczema impone, per legge, la pratica di eseguire una prova per determinare la tollerabilità delle basi di colorazione da parte dell’utente che esegue a domicilio la colorazione.

A livello UE, i vari colori sono stati uniformati in una scala:

1 Nero

2 Bruno

3 Castano scuro

4 Castano

5 Castano chiaro

6 Biondo scuro

7 Biondo

8 Biondo chiaro

9 Biondo molto chiaro

10 Biondo chiarissimo

Se si esegue la tintura a domicilio occorre prestare attenzione ad usare recipienti e strumenti di plastica: il contatto con i metalli potrebbe modificare la colorazione e distruggere gli ossidanti della miscela, anche le mani vanno protette dall’alcalinità delle soluzioni di colorante con guanti di plastica.

Si sconsiglia di lavare i capelli prima di applicare la tintura per non eliminare il film protettivo lipidico naturale del cuoio capelluto e dei capelli.

Coloranti semipermanenti

Sono anche dette colorazioni dirette perché contengono sostanze coloranti pronte all’uso. Non sono previsti passaggi di ossidazione e decolorazione simultanea, dunque non contengono acqua ossigenata, e sono caratterizzati da una minore durata del colore.

Chimicamente parlando, i coloranti presenti in questo tipo di tinture appartengono alle seguenti classi: nitro-ammino benzeni, ammino-antrachinoni, indofenoli, complessi organometallici.

Tali coloranti sono molecole piuttosto piccole, stabili alla luce, tendenzialmente basiche, le quali non penetrano nella corteccia, ma si depositano sulla superficie della cuticola, stabilendo con le proteine dei legami sufficientemente saldi da resistere all’azione dell’acqua e a 5-6 shampoo. Dopo un numero tale di lavaggi il capello torna al suo colore naturale.

Tinture per capelli a base di sali metallici

Si tratta di miscele ormai in disuso, conosciute anche come “colorazione progressiva”, perché svolgono l’azione colorante tramite stesure quotidiane sui capelli e possono essere applicate a casa.

Sono a base di sali di piombo, come l’acetato di piombo Pb(CH3COO)2e di argento, come il nitrato di argento AgNO3, e si usano in combinazione con il solfito acido di sodio NaHSO3 o l’ 1,2,3 triidrossibenzene C6H3(OH)3, noto con il nome di pirogallolo.

Tinture temporanee

Vengono utilizzate per un cambiamento temporaneo del colore naturale; di solito per correggere una colorazione permanente appena fatta, non soddisfacente; eliminare le sfumature giallastre dei capelli bianchi; ridurre, dopo una decolorazione, le eccessive tonalità gialle o rosse; ridare luminosità e riflesso a un capello spento.I prodotti di colorazione temporanea sono prodotti pronti all’uso, non contengono ammoniaca né acqua ossigenata, sono composti generalmente da molecole di grandi dimensioni, incapaci di penetrare nella struttura del capello (ad esempio composti azoici, antrachinonici, azinici, xanteici).

I coloranti aderiscono alla superficie del capello grazie all’impiego di resine copolimeriche filmogene disciolte nella soluzione da applicare.

Tali resine, oltre a dare corposità e brillantezza al capello, hanno lo scopo di rendere il prodotto facilmente eliminabile con uno shampoo.

Tinture organiche

Esiste una classe di nuovi coloranti, derivanti dalle piante, in grado di decolorare e schiarire progressivamente il capello, rispettando la fibra capillare. Per la decolorazione si utilizzano dei grassi vegetali, ovvero dei burri e degli oli essenziali (burro di kukui, ad esempio).

I coloranti veri e propri invece sono noti come fitopigmenti: vengono utilizzati, ad esempio, Krameria, Ginestra, Noce, Licopene, Curcuma e Zafferano per lucidare i capelli e intensificarne i riflessi.

Per garantire un maggior controllo della schiaritura vengono associati degli attivi vegetali biodinamici a carattere lenitivo e rinforzante (perilla biologicalavanda biodinamica e dattero), oppure degli attivi che preservano dalla foto ossidazione da UV (verbasco biologico).

I prodotti organici non contengono parabeni, profumi sintetici, OGM e presentano certificazioni di utilizzo di principi attivi da agricoltura biologica/biodinamica ed etica.

Regulation (EC) N° 1223/2009 

 

http://ec.europa.eu/health/dyna/opinion/index.cfm?form_build_id=form-FoV-NYbDMorUc_JdaIUruA366JltordI5x1xvNovmnc&form_id=health_core_search_form&searchstring=hair+dyes&op=Search

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